La Misura Angolare 5
di Luigi Colombo: Istituto di Topografia, Fotogrammetria e Geofisica, Politecnico di Milano
Attilio Selvini: Istituto di Geodesia, Topografia e Geofisica Mineraria, Università di Bologna.
5 - La misura angolare (quinta parte)
Figura 10 L'universale di Reichenbach (1804) | John Sisson, inglese, realizza nel 1730 uno dei primi teodoliti "moderni"; i tempi sono maturi e il progresso si fa avanti veloce.
Nel 1783 Jesse Ramsden (1735-1800) inventa l'oculare dallo stesso nome e un anno più tardi il microscopio a vite nicrometrica; vent'anni
prima (1763) egli aveva già prodotto la "macchina a dividere". Di qualche anno precedente è quella di Hidley costruita a New York. Il metodo meccanico di divisione dei cerchi è però ancora precedente, ascrivendosi al noto fisico Hooke nel 1684.
Circa gli oculari, prima di Ramsden va menzionato quello dell'olandese Christian Huygens (1629-1695) nel 1684, cioè nello stesso anno in cui Hooke insegna a dividere correttamente le scale. |
Figura 11 Il grande Teodolite di Ramsden costruito nel 1784
| Nel 1803, Georg Von Reichenbach (1771-1826) costruisce la macchina a dividere con copia da un cerchio fondamentale, che ispirerà i
lavori successivi del nostro Ignazio Porro. Il francese J.C. Borda, ben noto astronomo (1733-1799) studia il cerchio "ripetitore" con i relaviti assi: tale cerchio verrà poi messo a punto da altro noto meccanico francese, Etienne Lenoir (1744-1832), di cui si parlerà ancora a proposito dei livelli. Il cerchio avrà un diametro di 33 cm; altro cerchio sarà costruito nel 1804 da Reichenbach (fig.10) e poi altro ancora da Repsold di Amburgo (ma sarà già il 1830) . Nel 1784 Jesse Ramsden prepara un teodolite con il cerchio di ben 1 jarda di diametro (fig. 11), con precisione di 1" su osservazioni a punti
distanti almeno 10 miglia e tre microscopi di lettura. Siamo ormai alla produzione rigorosamente scentifica dei teodoliti. Il "centramento forzato" è del tedesco Breithaupt (1840); ma questo sistema diverrà d'uso pratico solo ottant'anni più tardi coi lavori di H. Wild presso la Carl Zeiss di Jena.
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Figura 12 Modello di Cleps di Porro (1887) | Si arriva così al nostro Ignazio Porro (1801-1875), cui si devono
non poche e sostanziali novità.
Il teodolite diventa per sua opera "tacheometro" anzi "cleps": si passa
dai grossi cerchi in metallo, con graduazione su bordo d'argento, a
cerchi di piccolo diametro in vetro ottico "racchiusi" in scatole
metalliche, sì da essere al riparo da ingiurie meccaniche ed
atmosferiche.
Nasce il microscopio a stima, il cannocchiale di forte ingrandimento e
soprattuto "centralmente anallattico". Lo strumento è ora adatto non solo all'astronomo o al geodeta ma
anche al comune topografo, che potrà abbandonare il triplometro e tavoletta (fig. 12).
E' una prima, vera rivoluzione: la seconda scatterà dopo quasi un secolo, per opera di Heinrich Wild (1877 - 1951) con la media per via ottica delle letture a lembi opposti al cerchio e il cannocchiale di lunghezza costante.
Il secondo dopoguerra porterà solo progressi minori, a parte le nuove ottiche trattate secondo il processo di Smakula e già usate nel 1937/38:
saranno le letture "semidigitali" dei cerchi, i compensatori per le letture zenitali, i cerchi a doppia graduazione. Tutto sommato poca cosa
a fronte della terza, forse definitiva, rivoluzione incombente già alla fine degli anni Sessanta: la misura elettronica delle direzioni.
Ma questa non è più storia, bensì cronaca.
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