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di Luigi Colombo: Istituto di Topografia, Fotogrammetria e Geofisica, Politecnico di Milano 4 - La misura angolare (quarta parte)Circa l'invenzione del cannocchiale per usi astronomici, le cose sono note. Il primo strumento è certamente quello del fiammingo Hans Lipperhey (1560-1619), vetraio ed ottico, che compare nei Paesi Bassi nel 1608, il nostro Galileo ne ha notizia e nel 1609 realizza la nota versione, usabile praticamente, che inizia la storia delle osservazioni celesti. Di Johannes Kepler (1571-1630) è l'altra versione detta appunto "astronomica", costruita dal gesuita Christoph Scheiner nel 1611, seguita nello stesso anno dalla versione "terrestre" a immagine diritta , sempre di Kepler. Ma è l'italiano Generini a usare la prima volta, nel 1630, il cannocchiale kepleriano per "collimare", cioè con oculare a reticolo. L'inglese William Gascoigne nel 1640 usa il cannocchiale collimatore per il suo "quadrante". Sarà seguito nel 1670 dal francese Picard (1620-1682) e da qui l'uso si diffonde anche nel settore della topografia. Gascoigne va menzionato anche per un terzo organo accessorio: è infatti lui l'inventore della vite micrometrica. Per tutto il XVII secolo l'ingrandimento del cannocchiale è assai modesto (9 ÷ 20 x) e le immagini sono affette da aberrazioni assai vistose. Tutto cambia nel "secolo dei lumi"; infatti l'inglese Moore Hall (1704-1771) inventa nel 1729 l'obbiettivo acromatico, costruito più tardi nel 1785 da John Dollond. Non sarà male a questo punto ricordare che per oltre un secolo, con il conforto del parere di Newton corredato da una dimostrazione del tutto errata del grande scienziato, nessun costruttore aveva nemmeno tentato di fabbricare obbiettivi di questo tipo perchè la correzione dell'aberrazione di cromatismo era stata dichiarata impossibile. In verità Dollond era stato preceduto almeno nella confutazione matematica dell'errore newtoniano da Eulero, che scriveva nel 1769, riferendosi però a circa quindici anni prima: "Quod ergo incommodum a diversa radiorum natura oriundum adeo grave vel summo Neutono est visum, instrumenta dioptrica nullo modo ab hanc causam non opus sit ad telescopica Catoptrica confugere". (Quell'inconveniente dovuto alla diversa natura dei raggi che anche al sommo Newton sembrò così grave da giudicare impossibile il liberarne gli strumenti diottrici, ormai è certo che si può facilmente eliminare, almeno per quanto riguarda il margine iridato, a cui specialmente Newton si riferiva; cosicchè almeno per questa causa non vi è più ragione di ricorrere a telescopi catadiottrici. E Dolland, dodici anni prima di questa nota su "Dioptricae" aveva infatti realizzato i suoi obbiettivi privi dell'aberrazione di cromatismo. Gli studi sulla tecnica produttiva del vetro ottico, dovuti a Josef Fraunhofer (1787-1826) conducono alla disponibilità di vetri per lenti che permettono un vero progresso nella costruzione di cannocchiali collimatori per strumenti topografici: questi si diffondono così nelle forme sostanzialmente ancora oggi adottate. |
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